Nell’epoca pre-covid, era il 2018, partecipavo al convegno dell’associazione nazionale di archeometria. Aprì le danze il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco.
Non so se avete mai avuto il piacere di assistere ad una sua conferenza, ma potete rimediare reperendo su internet alcuni dei suoi interventi. Una cosa è certa: ascoltarlo è come sentire un nostro collega appena laureato che non vede l’ora di iniziare a lavorare.
Ha un entusiasmo e un amore travolgente per quello che fa. Una passione che io, praticamente neofita, ho faticato a trovare altrove. Ancora oggi ascolto periodicamente i suoi interventi e leggo le sue interviste come modello d’ispirazione, ma spesso lo facevo quando ero inseguita da quella domanda che tutti – prima o dopo – ci ha perseguitato: perché lo sto facendo?
Christian Greco vi darà la risposta.
Credo che uno dei suoi messaggi più importanti sia quello di amare quello che si studia e si fa e che prima o poi le soddisfazioni arrivano, ma non bisogna vivere per le gratificazioni perché sono effimere.
Bisogna vivere, invece, per la conoscenza del passato, che è inevitabilmente collegata a quella del futuro.
Perché, forse, c’è connessione anche con la conoscenza di noi stessi.
E insegna che se sei una persona di valore, sarai uno studioso di valore e un leader di valore.
Questo è tutto quello che io deduco quando Christian Greco parla. Ricordo che alla fine del suo intervento, nel 2018, quando il chairman chiese al pubblico che lo ascoltava “Ci sono domande?”, io, Melania e Tiziana (le mie colleghe, N.d.A.) abbiamo sussurrato: “come si diventa come te?”
La risposta oggi ce l’ho: col sacrificio.
Per ispirarvi:
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