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Osservare il cambiamento climatico con Canaletto


Fa sempre notizia il funzionamento del Mose, la barriera che salva Venezia dall’acqua alta: l’innalzamento della barriera è, infatti, prevista in questi giorni. Ci stiamo, però, abituando agli eventi estremi, che avvengono con maggior frequenza; così come non ci sorprendono più le temperature sempre più alte nei mesi autunnali e invernali. Il cambiamento climatico è un argomento che deve essere al centro dell’attenzione e si devono utilizzare tutti i mezzi a disposizione per monitorare quello che accadeva ieri, ciò che accade oggi, per prevedere quello che sarà domani.


Venezia è sempre stata un’osservata speciale, anche perché lei stessa è sentinella del fragile equilibrio che esiste tra uomo e natura. Ed è sorprendente come sia stato possibile utilizzare persino i dipinti di Canaletto per valutare l’innalzamento dell’acqua a Venezia, confrontando i capolavori dell’artista con le attuali foto dei canali veneziani. I dipinti di Canaletto possiedono un’accuratezza straordinaria di dettagli perché l’artista utilizzava un espediente molto particolare. I dipinti, infatti, erano realizzati con l’ausilio di una camera oscura: un oggetto molto semplice, costituito da una scatola su cui era presente un piccolissimo foro. Da qui entravano i raggi luminosi, che incrociandosi e proiettandosi su un piano, formavano un’immagine rovesciata dell’oggetto illuminato. La camera oscura è la nonna della nostra macchina fotografica, motivazione per la quale la chiamiamo foto-camera.


Questo artificio, dunque, permetteva a Canaletto di realizzare ogni dettaglio del panorama veneziano che inquadrava con la sua camera oscura, essendo quasi una fotografia. Questo ha permesso ai ricercatori di osservare la cromaticità verde-brunastra lasciata dalla Laminaria, un’alga tipica che vive tra l’alta e la bassa marea e che, dunque, indica inequivocabilmente il livello dell’acqua media raggiunta in laguna (sì, Canaletto riportava anche questo nei dipinti).


Non svelo il risultato della ricerca, che possiamo comunque immaginare facilmente, ma lo studio è stato fortunatamente messo in risalto anche da Google Arts & Culture, dove si può navigare tra i dipinti di Canaletto e scorgerne ogni dettaglio. La ricerca originale, invece, la trovate qui.





 
 
 

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©2020 di Francesca Di Turo, Conservation Scientist. Creato con Wix.com

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