La definizione di tecnologia potrebbe essere complicata se vogliamo incanalare tale concetto in un unico binario che riesca a comprendere le infinite sfumature che si celano dietro questo mondo.
Fortunatamente @Treccani ci aiuta, definendo la “tecnologia” come:
“s. f. (…) 1. Vasto settore di ricerca (…), composto da diverse discipline (…), che ha come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò (ivi comprese le conoscenze matematiche, informatiche, scientifiche) che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a determinati obiettivi. (…) Esso si riferisce piuttosto all’utilizzazione ottimale, anche e soprattutto da un punto di vista economico, dell’insieme di tecniche e procedimenti diversi impiegati in un dato settore, e delle conoscenze tecnico-scientifiche più avanzate (…) e, più in generale, a un insieme di elaborazioni teoriche e sistematiche, applicabili globalmente alla pianificazione e alla razionalizzazione dell’intervento produttivo."
Etimologicamente, la parola “tecnologia” deriva dalla fusione di due parole greche, tékhne e logos, traducibili come “discorso su un’arte, un mestiere o una tecnica”. Questo perché anticamente la tecnica – oggi il significato di “tecnica” ha un’accezione diversa- non separava l’arte dalla scienza.
Se pensiamo alla tecnologia nella sua definizione, possiamo dedurre che essa sia volta principalmente alla produzione di qualcosa che avrà, in certo modo, una ricaduta economica.
È forse sorprendente che anche nelle Tecnologie per i Beni Culturali ci sia l’aspetto produttivo ed economico, sebbene sia meno evidente rispetto ad altri settori, ma decisamente non meno importante.
L’aspetto produttivo nello sviluppo di una nuova tecnologia per i Beni Cultuali è legato alla garanzia di assicurarne conservazione, ma anche la loro valorizzazione; questo è strettamente legato all’aspetto economico, permettendo all’Italia di continuare a sfruttare una delle sue principali fonti di guadagno (riusciamo a immaginare un’Italia senza bellezze?). Il monitoraggio permetterebbe anche di allungare le tempistiche tra un restauro e un altro, riducendo invasività e costi.
Ah, ovviamente le tecnologie applicate ai Beni Culturali permettono la produzione di qualcosa di immateriale e che apparentemente non fa guadagnare proprio nulla: la cultura.
Ma non importa.
--
Comments