La direzione di un laureato in Beni Culturali – considerando tutti i professionisti del campo – sembra solamente una: quella dell’ufficio di collocamento.
Solitamente il collocamento è persino per non fare il lavoro per cui ha studiato, quando è così fortunato nel trovare un lavoro, ovviamente.
Mentre in Canada studiano Dante e il latino ed in Inghilterra avere competenze ad ampio respiro aiuta nella scalata verso una carriera soddisfacente, nella patria di poeti, santi e navigatori l’aspetto più umanistico della formazione sembra una condanna all’infelicità. A cosa serve studiare le cose vecchie? Non ci servono. Non sono aziende. Non vendono nulla. Robe vecchie per vecchi appassionati collezionisti e filosofi, nel pensiero più comune.
Il suggerimento generale è: non studiate Beni Culturali e vi spiego il perché.
Studiare Beni Culturali vi permetterà di conoscere il passato attraverso l’arte e di come essa abbia cambiato lo sguardo dell’uomo dalle caverne ai giorni nostri. Che poi ti permette di immaginare anche come sarà il futuro, ma non importa. Oppure ti permette di capire come influisce il colore e la forma nella società di oggi. Il potere delle immagini (perché un potere lo hanno avuto da sempre).
Studiare Beni Culturali vi permetterà di capire che la cupola di Santa Maria Novella non è stata costruita in un giorno e che nelle cose ci vuole tempo, metodo e prospettiva.
Studiare Beni Culturali vi farà capire che in Europa e nel mondo c’è un patrimonio comune che non conosce confini, perché la cultura è questo che fa, abbatte muri e costruisce ponti.
Studiare Beni Culturali vi farà venire voglia di pensare alle future generazioni, a conservare anche per loro la bellezza che noi possiamo vedere oggi.
Insomma, non studiate Beni Culturali, altrimenti penserete troppo al futuro e non è una skill così apprezzata.
https://www.corriere.it/scuola/universita/19_gennaio_23/lauree-umanistiche-servono-fare-carriera-altro-che-inutili-41153198-1e4f-11e9-b085-7654f7acb9a3.shtml
Comments