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L’ingegnere rinascimentale di Steve Jobs


Il 12 giugno del 2005, Steve Jobs si rivolse ai neolaureati di Stanford con un discorso che ancora oggi è più che mai attuale e lo rimarrà, probabilmente, sempre.


A Jobs, però, si deve anche il concetto di ingegnere rinascimentale, che speriamo possa divenire realtà come tante altre cose visionarie anticipate dal suo genio.


Sostanzialmente, Jobs sosteneva che la tecnologia e la scienza pura dovessero essere accompagnate da una conoscenza più umanistica e letteraria. Come lo yin e lo yang, entrambi si completano e si arricchiscono e non vi è progresso vero e profondo senza la compenetrazione di questi due aspetti. Secondo lui è questo che sarebbe servito nel futuro: una figura con competenze trasversali, scientifiche, ma che riesca a non dimenticare l’aspetto più filosofico delle questioni che il mondo contemporaneo ci pone davanti.


D’altronde Jobs prese ispirazione dal passato: Da Vinci incarna la sua descrizione dell’ingegnere rinascimentale. Non bisogna essere geni come Jobs o Da Vinci per esserlo, ma forse è sufficiente allargare gli orizzonti della cultura, lasciando da parte la settorialità a compartimenti stagni.


Recentemente si è menzionato il periodo “post-Covid” come il nuovo Rinascimento. Auspichiamo che parta da questo presupposto e che il futuro più luminoso sarà davvero caratterizzato da professionisti che riescano a mediare tra arte e scienza, tra tecnologia e filosofia.


https://medium.com/the-resonant-voice/da-vinci-steve-jobs-and-the-thread-that-joins-the-arts-and-the-sciences-47134549ee51

https://www.huffingtonpost.it/antonio-calabro/servono-ingegneri-rinascimentali-per-costruire-nuove-sintesi-tra_a_23005578/




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